sabato 20 settembre 2014

Che cos'è la Fraternità?



(estratto da una lettera che il “cane” (cioè la guida spirituale) ha scritto a un giovane che gli chiedeva in sintesi l’identità di questo cammino) 

Caro *****,

La Fraternità è un modo di santificarsi.
Non è un associazionismo o un gruppo di persone unite da un particolare spazio e tempo. Non è in sostituzione a gruppi o associazioni o movimenti, ma in funzione di ogni esperienza ecclesiale e umana.

Il luogo teologico della Fraternità è dato dalla comunione dei santi che unisce chi ne fa parte. Rozzamente noi parliamo di cordata, ma tu che ami la montagna comprendi bene cosa significa cordata. Quando si scala una parete rocciosa non basta avere solo la voglia di arrivare in alto. C’è bisogno di attrezzature, di prudenza, di piedi messi nei posti giusti, di aiuto reciproco, di volontà di procedere. 
La montagna è Cristo e noi ci sforziamo di rimanerci aggrappati per non cadere nel vuoto. E' il vuoto di una vita. Il vuoto che si viene a creare nel cuore delle persone quando manca un senso, cioè quando manca un attaccamento reale alla roccia della montagna, a Dio, alla roccia di sapersi amati profondamente, unici e carichi di significato. 

Molti mancano di esperienza REALE di Dio. Confondono la fede con i valori, l'educazione, i ragionamenti. Cristo è un fatto, non un ragionamento o una gara ad avere ragione. E non è un fatto qualunque. E’ un fatto in quanto Persona. La nostra fede è rapporto reale con una Persona reale. Ma questa Persona è come una montagna immensa. Non basta esservi attaccato, per conoscerla bisogna scalarla. E per scalarla bisogna uscire dall'ottica dell'isolamento e accettare la logica della cordata. 
Quando si ama qualcuno non lo si ama mai in astratto, lo si ama per ciò che è realmente. Lo si ama negli occhi, nei pensieri, nelle mani che si toccano, nei baci, nelle confidenze, nel tempo passato insieme. 

Fermiamoci un attimo e facciamo sintesi:
1. Personalmente ognuno deve aggrapparsi alla montagna, cioè sviluppare un rapporto personale e reale con Cristo.
2. Ma per poter scalare questa montagna bisogna anche "salire". Solo la logica ecclesiale di essere NOI ci fa fare questo. 
La Fraternità riunisce queste due istanze: favorire un rapporto personale e reale con Cristo, e procedere nel conoscerLo sempre di più scalando le vette della santità, che altro non sono che le vette di questo rapporto con Lui che ci porta a capire sempre meglio chi siamo noi. La santità è diventare se stessi. 

Per sviluppare un rapporto REALE ci si educa pian piano attraverso "gli esercizi di realtà" (Parola, Maria, Eucarestia, Carità), che altro non sono che percorsi graduali di riappropriazione della fede viva, cioè di quel rapporto vivo e potente con Gesù, al di là di chiunque tu sia e di qualunque cosa tu faccia nella vita.  
Ognuno di questi esercizi li si apprende ogni giorno in maniera sempre rinnovata, e mai una volta per tutte. E per questo si sperimenta la vicinanza e la comunione di qualche fratello che ti aiuta a mettere i piedi sulle rocce giuste, e tiene la corda quando tu perdi l'equilibrio. 
E' un cammino di riscoperta di cose che in realtà abbiamo sempre dato per scontato, ma che rimettono in circolo la vita vera, quella profonda, quella che la teologia chiama “Vita Nuova”.

Per questo motivo la condizione necessaria per poter entrare in Fraternità è: affidarsi, e aver cura a nostra volta. Ciò significa che bisogna essere disposti a lasciarsi aiutare in questo cammino vivendo relazioni autentiche e profondamente innestate in Cristo (comunione dei santi) ed essere disposti ad essere d'aiuto a qualcun altro che comincia la medesima scalata. Non si può solo "prendere" dalla Fraternità, bisogna anche "dare", e imparare questo dono di sè nel servire la "gioia di qualcun altro". Esattamente come scriveva l'Apostolo Paolo: "Noi non siamo i padroni della vostra fede ma i servitori della vostra gioia" (2Cor 1,24).

Questo attaccamento in Cristo vissuto "insieme" ha come scopo farci funzionare ovunque ci troviamo e chiunque noi siamo. Per questo la Fraternità non è in alternativa ad altre proposte ma ne vuole rappresentare solo il motore nascosto (Se uno legge lealmente bene ogni giorno il vangelo, incontra quotidianamente Cristo nell'Eucarestia, si allena alla vita interiore con Maria nel Rosario e si sente responsabile degli altri sopratutto dei poveri, non pensi che funzioni ovunque esso si trovi e qualunque mestiere faccia?). 

Per questo ti ho affidato *****. Perchè solo se sei disposto ad  avere cura di qualcuno capirai qualcosa in più di te stesso e di Cristo. Gesù ha fatto così: per farci capire qualcosa del Padre si è fatto nostro Figlio. Tu al posto di Giuseppe e di Maria gli avresti detto no? Non credo si sentissero preparati e degni neanche loro, ma hanno accettato la modalità che Dio ha avuto per educarli a diventare discepoli. 

L'entrata in Fraternità avviene in maniera semplice: si fa discernimento con qualcuno che è dentro la cordata e una volta che i custodi e il "cane" (avrai modo di capire chi sono) pensano che ci siano le condizioni che sopra ti ho descritto, allora la persona in questione pronuncia le promesse, che non sono delle regole ma dei percorsi. La fedeltà la s’impara cammin facendo, non è facile per nessuno prendersi l’impegno di meditare e condividere ogni giorno il Vangelo, partecipare ogni giorno all’Eucarestia, dire quotidianamente il Rosario e vivere tutto come carità e servizio verso il prossimo. E sopratutto avrai un fratello o una sorella che ti seguiranno in questa scalata. Noi evangelizziamo vivendo la quotidianità (sullo stile della vita feriale di Gesù nei 30 anni vissuti con Giuseppe e Maria a Nazareth) e cercando di educare gli altri a un incontro che accade uno alla volta e non in massa. La figura del beato Piergiorgio Frassati è per noi un esempio vivo di come ciò sia possibile…Pregalo!

Ti benedico 
Domini canis